Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tod’s - Milano Design Week
aprile 17, 2019 - Tod's

Tod’s - Milano Design Week

NO_CODE

Il brand Tod’s No_Code s’interroga sui cambiamenti in atto nella società contemporanea, in conseguenza del cambiamento dei codici conosciuti: cambia il modo di lavorare, cambiano le relazioni tra le persone, cambiano le esigenze dello stile.

NO_CODE SHOEKER

Tod’s No_Code affida il primo progetto al designer coreano Yong Bae Seok. Il risultato è la “Shoeker”, ideale fusione tra “Shoe” e “Sneaker”: la tradizione di stile e di artigianalità italiana, unita all’informalità e all’ultra tecnologia finalizzata alla performance.

NO_CODE SHELTER:
STORIES OF CONTEMPORARY LIFE

L’installazione No_Code Shelter: Stories of Contemporary Life a cura dello Studio Andrea Caputo è una mappatura del contemporaneo che ibrida la fascinazione per la tecnologia e quella per l’artigianalità sfruttando lo shelter, il rifugio come luogo di riflessione e di testimonianza.

Cambia il modo di lavorare, cambiano le relazioni tra le persone, cambiano di conseguenza le esigenze dello stile.

“Tod’s No_Code” prosegue il suo percorso di ricerca, continuando a indagare sulle risposte che il mondo contemporaneo dà ai cambiamenti sociali che si susseguono sempre più veloci.

Come ha risposto, e risponde, l’uomo alle mutazioni?

“Ibridazione”, la parola-chiave del contemporaneo

(soprattutto tra le nuove generazioni), diventa il tema centrale dell’installazione con una relazione continua tra due opposti: la fascinazione per la tecnologia e quella per l’artigianalità

In occasione del #fuorisalone, che si terrà a #Milano ‪dal 9 al 14 aprile 2019, Tod’s ha affidato il progetto “No_Code Shelter: Stories of Contemporary Life” allo studio di architettura e #design di fama internazionale Andrea Caputo.‬‬‬‬‬

Questo ha permesso di far coincidere la filosofia di “Tod’s No_Code” con un allestimento che ha come obiettivo quello di far saltare i codici tradizionali della progettazione in relazione allo spazio espositivo, annullando di conseguenza anche l’idea di un percorso predefinito.

Per realizzare un allestimento che coincida con la filosofia “No_Code”, lo Studio Andrea Caputo è tornato all’anno zero dell’architettura, concentrandosi sulle origini della progettazione e sviluppando il tema dello shelter (il rifugio), attualizzandolo.

Nel luminoso e ampio spazio de Le Cavallerizze di Milano, all’interno dello storico Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci”, sarà possibile visitare l’installazione “No_Code Shelter: Stories of Contemporary Life”.

Dalle parole di autorevoli protagonisti sulle sfide del domani, si tratteggia una mappatura del contemporaneo che prende energia grazie a otto video/interviste.

Otto documentari che esplorano la vita contemporanea di persone di estrazione e di età anagrafica differenti, in relazione a una società che sta velocemente mutando i propri codici.

Uno spunto per comprendere come cambia la nostra società e come creativi di mondi diversi reagiscono a questi spostamenti.
Il progetto indaga l’archetipo, le forme essenziali dell’abitare, quelle nate da necessità istintive e prive di codici, e le attualizza grazie all’impiego di materiali high-tech strettamente legati alla ricerca e alla sperimentazione, che differiscono da quelli naturali utilizzati nella costruzione degli shelter.

Se l’architettura ha origine nel momento in cui l’uomo – abbandonati i rifugi naturali – ha sentito l’esigenza di proteggersi e di appropriarsi dello spazio con il suo gesto primitivo, spontaneo, senza riferimenti a guidare la sua azione, lo shelter è l’espressione primordiale di questo gesto, da cui si sono poi sviluppate tutte le altre abitudini legate al vivere quotidiano.

L’installazione all’interno de Le Cavallerizze rappresenta quindi una ricerca sullo spazio decodificato, sulle tipologie arcaiche ed essenziali di riparo.

Il percorso narrativo torna all’origine, attraversando diverse aree geografiche e investigando sui primi esempi di luoghi abitati dall’uomo. Le grandi yurte delle steppe mongole, così come le capanne dei villaggi dell’Africa Occidentale, divengono la reinterpretazione di questo gesto di riparo primario: il progetto accompagna il visitatore in un viaggio che forse pone più domande che risposte, grazie alla possibilità di un percorso No_Code: muoversi liberamente, senza nessun obbligo direzionale, quindi senza codici.

All’interno di ogni shelter è proiettata ciascuna singola testimonianza che indaga sul contemporaneo e sui cambiamenti della propria vita: l’art director e car racer giapponese Mai Ikuzawa, il duo di designer italiani basato ad Amsterdam Formafantasma, il car designer americano Chris Bangle, l’illustratrice italiana Olimpia Zagnoli, l’imprenditore norvegese Petter Neby, l’astronauta italiano Maurizio Cheli, il maestro del #design Marcello Gandini e il designer coreano Yong Bae Seok (Tod’s No_Code Shoeker Creator) sono le voci che il visitatore può ascoltare e vedere in ciascuno dei rifugi, vivendo una straordinaria doppia esperienza immersiva, sia in termini visivi sia in termini di concetto, che s’interroga sull’origine dei codici, sull’evoluzione e sul cambiamento degli stessi, con l’obiettivo di cercare risposte ai mutamenti di un futuro chiamato domani e di capire quali saranno le prossime esigenze dello stile globale